La magia delle parole e dei pensieri

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Le parole che usiamo per descrivere
la nostra esperienza…
creano la nostra esperienza!
Se continui a pensare a quello che avresti potuto fare, non vedrai quello che invece puoi fare adesso!

Oggi, su richiesta di alcuni miei lettori e considerando che sto per concludere i seminari di “Emotional Fitness” che mi hanno visto come esperto e relatore per la formazione rivolta ai docenti di due grandi scuole della penisola sorrentina, ripropongo un articolo (dal testo di Roberto Re) già scritto cinque anni fa sulla PNL Programmazione Neuro Linguistica, per la gestione degli stati d’animo e il controllo delle emozioni, al fine del miglioramento della qualità della vita, della nostra salute, per raggiungere la felicità, il benessere e il successo.

“Oggi la nostra società, ci induce ad essere in continuo conflitto con noi stessi; siamo assaliti dallo stress, siamo sempre preoccupati (chissà poi per che cosa), viviamo spesso nell’ansia, nella paura e ci creiamo sempre più problemi di ogni genere.
Nell’ultimo seminario a cui ho partecipato, mi ha colpito molto, un argomento di PNL Programmazione Neuro Linguistica, ed in particolare, come l’uso delle parole possa influenzare straordinariamente, in positivo o negativo, i nostri stati d’animo e la vita in generale. Ho compreso, così, in parte, il perché viviamo alcune problematiche e credo che, leggendo le prossime righe, possa confermarmelo anche tu.
Innanzitutto, è stato provato che un italiano medio usa, nel suo linguaggio quotidiano, non più di mille parole, rispetto alle duecentomila a disposizione. Inoltre è curioso notare che su centinaia di vocaboli che esprimono emozioni di ogni genere, il numero delle parole che utilizziamo per descrivere sensazioni negative è circa il doppio di quelle che connotano sensazioni positive.
E visto che è provato che, quanto più conosciamo un argomento o una materia, tanto più abbiamo a disposizione un vocabolario di parole ricco e specifico (per esempio un esperto di computer userà una terminologia più vasta di termini informatici rispetto a chi dello stesso argomento ne capisce poco o nulla), se usiamo il doppio delle parole per descrivere sensazioni negative rispetto alle positive, vuol dire che siamo più esperti di “Malessere che di Benessere”.
Non ci credi? Ora te lo dimostro: Prendi carta e penna e prova per un minuto a scrivere su un foglio tutte le parole che ti vengono in mente, o sinonimi che esprimano il termine “paura” o tutti i modi di dire che fanno pensare all’aver paura. Fatto?…Ora fai lo stesso con il termine “coraggio” ed “aver coraggio”. Bene!
…Se hai provato a farlo, sono certo che hai scritto più sinonimi e parole sulla paura che sul coraggio. Terrore, panico, spavento, ansia, angoscia, fobia, batticuore, preoccupazione, e tante altre, sono parole di uso comune, mentre invece, ardimento, audacia, temerarietà, sicuramente non sono parole di uso corrente. Se mai ce ne fosse bisogno, abbiamo un’immediata dimostrazione di come mediamente conosciamo meglio un’emozione controproducente e depotenziante come la paura, che non l’emozione potenziante come il coraggio. E tutto questo viene inequivocabilmente rappresentato dal nostro linguaggio, facendoci capire come i sentimenti che ho descritto prima, l’ansia, lo stress e la paura stessa, prevalgono sulle sensazioni positive come gioia, passione o coraggio.
Ma la cosa più incredibile è che, negli ultimi anni, i vocaboli negativi hanno riempito così tanto il linguaggio comune e vengono così frequentemente utilizzati per trasmettere intensità emozionale, da essere usati addirittura a sproposito al posto di quelli positivi, per indicare cose molto belle, piacevoli, numerose o entusiasmanti. Quante volte abbiamo sentito, soprattutto nella comunicazione giovanile, che in quanto tale, rappresenta la comunicazione più moderna e attuale, frasi di questo tipo: E’ stato bello da paura; E’ stato un concerto apocalittico; Sono stato bravissimo, li ho ammazzati tutti; E’ una bomba; E’ stato sconvolgente; E’ stato un successo devastante; Mi piace di brutto.
Paura? Apocalittico? Devastante? Brutto? Sconvolgente? Ma che roba è questa? Perché usare termini così negativi per enfatizzare qualcosa di positivo?
E ora vuoi sapere qual è il più incredibile modo di dire, usato per descrivere la cosa più bella che esista, il sentimento più straordinario del mondo, “l’amore”, ma utilizzando un’espressione tra quella più negative? Ti potrà far sorridere analizzarla da questo punto di vista, perché è una frase talmente classica che, almeno una volta nella vita, l’abbiamo usata tutti.
“Ti amo da morire”! Non ci avevi mai fatto caso…eh?
E’ incredibile, ma per dire che amiamo davvero, in modo straordinariamente totalizzante e meravigliosamente vitale, tanto da far vibrare di passione ogni cellula del nostro corpo (e nota invece che splendide sensazioni trasmette e stimola quest’altro tipo di linguaggio), insomma, per esaltare al massimo la nostra capacità d’amare, usiamo il verbo morire.
E poi ci stupiamo se, inconsciamente, molti associano il dolore all’idea di amare.
Concludo invitandoti ad usare sempre meno le parole depotenzianti, come la paura, perché la nostra mente, nel suo inconscio si abitua e quasi quasi inizia a crederci.
La paura è soltanto uno stato mentale, è solo una creazione della nostra mente; e il modo più semplice per superarla è affrontarla!!!”

“Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire e non c’era più nessuno”!
Johann Wolfgang Goethe

 

di Ernesto Lupacchio

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