Il gusto dolce della vite

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“L’autunno è la stagione più dolce e quello che perdiamo in fiori lo guadagniamo in frutti”
Samuel Butler

Succosa, saporita, fresca e dalla conformazione particolare, l’uva ha origini antichissime. Il suo consumo viene infatti raccontato fin dai tempi di Greci e Romani ed intorno ad esso sorgono numerosi miti, leggende e curiosità.
Più che di un frutto vero e proprio, in realtà, quando si parla di uva si fa riferimento ad un’infruttescenza, ossia ad un raggruppamento di frutti riuniti in quello che comunemente viene definito grappolo (su quest’ultimo troviamo il raspo, le foglie e gli acini, o bacche, che possono essere di colore scuro o chiaro, a seconda della qualità dell’uva).
Il raspo, conosciuto anche come rachide, rappresenta l’ossatura lignea del grappolo ed è suddiviso in ramicoli sui quali spuntano i chicchi d’uva. Buccia, polpa e semini sono invece le parti che compongono gli acini.
Sappiamo che esistono diverse tipologie di uva: quella utilizzata durante la vendemmia, nota come uva da vino (la bevanda a cui questo frutto deve la sua celebrità sin dai tempi più antichi), procede a braccetto con l’uva da tavola, frutto consumato in quanto tale, sia fresco che secco.
Tra le principali specie di viti utilizzate per la produzione dell’uva c’è la vitis vinifera, autoctona dell’Europa e dell’Asia meridionale e madre di tutti i vitigni destinati alla produzione sia di uva da vino che di uva da tavola, e la lambrusca, originaria della parte settentrionale del continente americano (oltre agli utilizzi differenti, ciò che diversifica le due razze è l’immunità dalla filossera, un virus che attacca solo ed esclusivamente i vitigni della Vitis vinifera).
Simbolo di benessere e salute per i nutrizionisti e di bellezza e giovinezza per l’industria cosmetica, l’uva è tra i frutti più nutrienti e benefici per il corpo umano, piena di energia ed elementi essenziali. I numerosi zuccheri semplici contenuti nell’uva risultano infatti leggeri e facilmente assimilabili, inoltre essa contiene fibre e minerali classici quali magnesio, calcio, fosforo e molto potassio.
Buona anche la concentrazione vitaminica, in particolare di quella A, B, B1, B6 e C. Ma l’elemento più salutare contenuto nell’uva è il Resveratrolo, un fenolo non flavonoide con grandi proprietà salutari che si trova nella buccia. Esso ha ottime proprietà antinfiammatorie, antibatteriche, antiossidanti e diuretiche. Nella gravidanza aiuta una sana crescita del feto e, secondo le ultime ricerche, gode anche di proprietà antitumorali.

Curiosità: a me ha incuriosito apprendere che per i madrileni l’uva ricopre lo stesso valore simbolico che per noi hanno le lenticchie! Noi usiamo mangiare queste ultime a Capodanno (rigorosamente dopo la mezzanotte!) per augurarci buona fortuna, mentre i capitolini consumano dodici chicchi d’uva per ciascuno degli ultimi dodici secondi dell’anno. Si tratta di un’usanza che con il passare del tempo è stata abbracciata anche dai turisti che trascorrono gli ultimi giorni dell’anno in Spagna e che, per salutare l’anno nuovo, ingurgitano gli acini (senza scartarne i semini, per rispettare in pieno la tradizione, ma soprattutto perché la parte lignea del chicco ha ottimi effetti sull’ organismo).

Sono felice di comunicarvi che da questo numero in avanti le ricette della Rubrica Food Crossing saranno proposte e preparate dalla mia cara amica Imma Gargiulo, conduttrice del programma Conserve di Casa su Alice tv e chef patron del Ristorante Femmena a Sorrento.
La ricetta di questo mese vanta tre protagonisti d’eccezione: olio extra vergine d’oliva, limone e, naturalmente, UVA. Eccola!

LA RICETTA: Torta all’olio extravergine d’oliva, limone e uva nera

 

di Anna Maione

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